Cancellazione protesto assegno San Saba ⭐ Tornare al credito si può e si deve con la riabilitazione, ossia la cancellazione protesti!

Cancellazione protesto assegno San Saba

Essere protestati per un assegno scoperto può diventare un’esperienza traumatica e dove entrerete nel mondo e iter burocratici per fare la Cancellazione protesto assegno San Saba che è un passaggio obbligatorio.

Una “stranezza”, come c’è ne sono tante nella legge, è che la Cancellazione protesto assegno San Saba non avviene in automatico né se si salda il debito, né se essa cade in prescrizione e nemmeno se è stata comprovata l’illegittimità. Infatti il debitore o protestato deve interessarsi nel fare una procedura per richiedere la cancellazione e poi per avere una riabilitazione della sua figura finanziaria.

Sembra paradossale. Oggi con le tante nuove tecnologie e altrettanti controlli, perché ci sono delle procedure che devono venire eseguite dal soggetto invece che essere decadute in modo automatico? Il motivo è quello di evitare eventuali conflitti d’interesse e per non avere delle possibili denunce o cavilli legali. In poche parole non ci devono essere degli intermediari che possono poi venire condannati per qualche comportamento che viene sospettato da parte del creditore o debitore.

In quest’ottica è palese che viene eliminata la situazione che si pensa paradossale. Quando si parla di denaro e di pagamenti tramite intermediari finanziari, in questo caso banche e altri enti, essi devono avere il compito esclusivo di passare il denaro da un punto all’altro e erogare dei servizi che sono richiesti da due controparti. Dunque non si può prendere la responsabilità di denunciare un utente che ha un assegno scoperto, come mai? Perché le due parti interessate, cioè il debitore e il creditore, possono mettersi d’accordo, per un altro tipo comportamento per saldare il debito. Dove poi la banca non andrebbe a rientrare.

Per esempio ci potrebbe essere un accordo con un pagamento in contanti, dove dunque il creditore riesce a riavere il suo denaro. Qui notiamo che la banca non entra in merito come figura intermediaria. Dunque è per questo che sia la denuncia quando l’assegno è scoperto, come anche quando si parla di una Cancellazione protesto assegno San Saba ricade interamente sulle decisioni che sono prese dagli interessati.

Però quando un soggetto viene poi protestato si ha un’iscrizione alla CAI e al CRIF che è un programma che consente alle banche e ad altri enti finanziari di conoscere che il soggetto è stato dichiarato come cattivo pagatore o pagatore inaffidabile. Questa iscrizione avviene tramite la Camera di Commercio protesti.

Assegno: perché si viene considerati cattivi pagatori e come mai c’è il protesto?

Il motivo che con il protesto in attivo si viene poi dichiarati cattivi pagatori è semplicemente perché lo si è. L’azione di protesto non avviene da un giorno all’altro senza motivo, ci sono dei titoli di credito, cioè degli assegni, che sono stati emessi e che purtroppo risultano scoperti.

Siccome sul proprio conto corrente o sul conto societario, non c’è liquidità dunque non ci sono del denaro con cui pagare il titolo di credito, esso vuol dire avere un debito che non è stato pagato.

Ci sono dei casi in cui è possibile che ci siano state delle incomprensioni. Per esempio un’azienda aspetta che ci siano dei bonifici da parte di alcuni creditori. In una determinata data, per esempio il 10, quindi ci saranno dei fondi economici. Tuttavia se proprio il 10 c’è un creditore che decide di riscuotere l’assegno, dove ancora non è arrivato il denaro, ecco che si risulta scoperti. Magari il giorno dopo c’è poi il denaro disponibile, ma il soggetto creditore ha il diritto di fare una denuncia per protesto.

Siccome capitano spesso queste situazioni, ecco che è stato adottato un metodo di pagamento tardivo dove si ha la possibilità di saldare il dovuto entro 30 giorni, per un assegno.

Spieghiamo che però, in teoria, il soggetto deve aspettare comunque il giorno dopo per riscuotere l’assegno oppure riscuoterlo dopo le 11.30 del mattino, come mai? Perché entro questa ora ci sono poi gli aggiornamenti sulla disponibilità reale del conto corrente. Un creditore che si presenta alle 9.00 del mattino, rischia di avere a che fare con una situazione che diventa sovraccarica. Infatti si rischia poi di denunciare una persona, con l’accusa di protesto, quando invece ci sono degli errori di tempi. Purtroppo poi il soggetto protestato si ritrova a dover pagare la penale e la sanzione, che è di oltre 500 euro a salire, per colpa di un problema di tempi o errori di aggiornamenti bancari.

In questo caso potete contattare un avvocato esperto nella Cancellazione protesto assegno San Saba per verificare la situazione e quindi richiedere una illegittimità su questo problema. Alla fine si potrà quindi risolvere il tutto in pochissimo tempo, ma è necessario intervenire con azione giudiziaria.

Ad ogni modo il pagamento tardivo consente di sospendere l’accusa e la denuncia di protesto, rimanendo tale segnalazione sospesa, per 30 giorni. Nei quali si deve saldare il pagamento con l’aumento della penale.

Ci siamo dilungati in alcune situazioni che purtroppo capitano e capitano spesso, ma ci sono poi coloro che realmente non riescono a comprendere che perfino per un assegno di 50 euro, che è scoperto si rischia di arrivare ad avere dei problemi legali collegati direttamente a tale titolo di credito.

Ovviamente gli assegni sono dei titoli di credito economico che effettivamente confermano che sono state fatte dei debiti da parte di un soggetto, ma è vero che proprio perché rappresentano del denaro da versare, essi sono tutelati interamente. Tant’è che oggi sono molto cambiate le regole che, nel passato, hanno creato non pochi problemi a tante aziende e utenti.

Tra l’altro essi sono ancora usati per l’acquisto di veicoli, di pagamento dei fornitori oppure addirittura per pagamenti di soggiorni in alberghi e vacanze. Considerando che comunque, per fare un recupero dei crediti, si deve comunque procedere per via giudiziaria ecco che sempre meno attività decidono di usarli.

Però, perché c’è sempre un però, le novità economiche e finanziarie hanno oggi dei cambiamenti delle normative che consentono di perseguire un debitore vita natural durante.

Cancellazione del protesto: documenti e iter burocratici

Specificando che la Cancellazione protesto assegno San Saba avviene solo con una richiesta diretta da parte del soggetto protestato, è bene pensare all’iter che si deve seguire.

Su internet è possibile fare un procedimento per via telematica, ma, perché dobbiamo sottolineare il ma, non è attivo in tutte le provincie e torniamo a dire che la richiesta deve essere inoltrata esclusivamente presso l’ufficio della propria zona, cioè presso la Camera di Commercio della propria provincia.

Inoltre è necessario presentare dei documenti, in allegato, che chiariscono quali sia il motivo del pretesto, la richiesta di cancellazione e via dicendo. Infine, è questo è un problema che hanno avuto tanti utenti che hanno provato a fare questa scelta in autonomia, è quello che le e-mail non hanno una precedenza. Questo vuol dire che la Camera di Commercio protesti, decide di occuparsi di alcune delle pratiche inviate quando ha del personale disponibile oppure quando ne hanno tempo. Sembra impossibile, ma in realtà è proprio questo il problema che stanno incontrando tanto utenti.

Il soggetto può anche provare a fare la procedura di cancellazione che avviene direttamente in autonomia, ma alla fine si incontrano dei problemi con la presentazione delle pratiche e delle cancellazioni. Per questo torniamo a dire che se si è protestati, considerando che ci sono dei tempi da rispettare e le conseguenze che ne nascono, è preferibile che si ponga attenzione a quali sono realmente i problemi a cui si va incontro. Diventa quindi assolutamente necessario rivolgersi ad un avvocato.

L’iter da seguire per avere una Cancellazione protesto assegno San Saba, sono:

  • Presentazione di atto di protesto
  • Titoli e crediti protestati (potrebbe essere necessaria una fotocopia con firma originale e autentica del protestato)
  • Visura aggiornata della situazione del protestato da richiedere alla Camera del Commercio
  • Certificato di residenza

Le società devono avere un responsabile legale che rappresenti la società e che vada a eseguire e a provvedere di fornire questo tipo di documentazioni.

Ma per fare questa Cancellazione protesto assegno San Saba c’è bisogno di aver saldato interamente il debito. Come comprova ci devono essere dei documenti che certificano tale realtà. Insomma non è semplice.

Ovviamente in caso ci sono altre situazioni che interessano poi il debitore, come ad esempio quello di un accordo bonario con il creditore o altre situazioni, è necessario che ci sia una presentazione diversa. A questo punto dovete rivolgervi esclusivamente a dei professionisti che sono poi degli avvocati che riescono a chiarire la situazione del debitore.

Non è stata accettata la domanda di Cancellazione protesto assegno San Saba

Nonostante abbia eseguito tutte le procedure che interessano proprio la pratica di Cancellazione protesto assegno San Saba, incredibilmente essa non è stata accettata, anzi è stata rifiutata, come mai?

Questo è un problema che nasce per diverse cause. La principale è quella di non aver saldato il debito, ma ci sono altre situazioni. Per esempio quando un utente ha saldato al 70% il proprio debito, in questo caso non si ha un’estinzione totale e di conseguenza non si ha diritto al cancellamento del protesto perché effettivamente c’è ancora una pendenza debitoria.

Un’altra causa è quella che riguarda gli accordi bonari o la quietanza liberatoria, cioè dove i debitori si sono messi d’accordo con i creditori per una tipologia di pagamento esterna. Inoltre, è possibile anche che le due parti patteggino il debito, questa è una cosa che capita spesso.

Praticamente il debitore propone una somma minore a quella dovuta, ma che viene restituita immediatamente a patto che il creditore accetti la somma e di conseguenza si possa fare ricorso perché comunque è stato deciso un debito diverso.

In questi casi l’avvocato si deve occupare di una procedura che chiarisca interamente la situazione e vada a comunicare la posizione del soggetto che sta seguendo. A questo punto la cancellazione potrebbe essere stata rifiutata proprio per un vizio di formula.

Ad ogni modo è possibile fare un ricorso e quindi far accettare o comunque capire i motivi che impediscono la cancellazione del protesto.

L’assegno e gli accordi bonari perché fare attenzione

Gli accordi bonari, come la condizione di patteggiamento della somma dovuta o comunque altre formule che consentono di trovare un accordo tra le parti contraenti, debitore e creditore, devono essere seguite con dei documenti.

Molto spesso le due parti si “mettono d’accordo” solo a livello vocale, cioè con il famoso “patto alla burina”, ci si stringe la mano e si aspetta. Il problema è che con questo metodo, usato perfino da amici e non solo. Il risultato è quello di aspettare a riscuotere l’assegno. Una volta che trascorrono 6 mesi dalla data di riscossione, l’assegno non solo non è più rimborsabile, ma non c’è nemmeno il rischio, per il debitore, di essere sottoposto ad una serie di pignoramenti.

Infatti qui intercorre una sorta di prescrizione cosciente, cioè il creditore ha fatto trascorrere troppo tempo mettendo il debitore in condizione di non poter pagare oppure di avergli procurato dei problemi di vario genere. Dunque, per un errore del creditore, quello di non effettuare subito la denuncia, il debitore ha il diritto di non avere pignoramenti.

Ecco che allora la situazione volge contro il creditore. Per questo è sempre necessario che ci siano una documentazione, come una quietanza liberatoria, che comprovi quali sono gli accordi bonari eseguiti.

Prescrizione: oggi non esiste più, ecco perché

La prescrizione dei debiti oggi non esiste più perché sono state cambiate le normative che consentono di poter bloccare continuamente la prescrizione, come ad esempio i solleciti di pagamento, che rappresentano una forma di azione attiva.

Tutte le prescrizioni vengono interrotte nel momento in cui ci sono delle azioni che richiamano l’attenzione sulla procedura debitoria. Essa nasce solo quando non ci sono delle azioni per la riscossione dei crediti e quindi il creditore non è intenzionato più a recuperare il denaro. In questa situazione di silenzio allora inizia la prescrizione che dura 5 anni.

Solo che se il debitore, anche a distanza di 4 anni, ma prima del termine dei 5 anni, richiede il pagamento, gli anni trascorsi vengono annullati, e si inizia un nuovo conteggio. Le stesse banche oggi hanno iniziato ad usare questa procedura che gli consente di fare tutti i pignoramenti e sequestri per riavere il debito a distanza di 20 o 30 anni.

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